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sabato 21 agosto 2010

Moldavia mon amour .

I vantaggi competitivi che offre questo stato alle imprese italiane (e non solo) che investono sempre più in un paese dove lo stipendio medio è di 150 euro al mese. Tra queste il gruppo Cedacri, proprietaria della Cedacri International, fondata in Moldavia nel 2007, e di C-Global che ha deciso nelle scorse settimane di chiudere le sedi di Pisa e Firenze, dove lavorano quasi cento dipendenti.

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Nella foto: la sede della Cedacri International a Chisinau
La Moldavia è un piccolo stato tra la Romania e l'Ucraina, facente parte dell'area dell'ex-Unione Sovietica e divenuto indipendente nel 1991.
E' uno dei paesi dell'est-Europa che ha il maggiore tasso di emigrazione, quasi integralmente femminile. Secondo le stime più recenti dal 2001 le domande di regolarizzazione per le donne moldave in Italia sono decuplicate ed oggi le rimesse rappresentano il 36% del prodotto interno lordo. Ovviamente da questi dati ufficiali sfuggono le rimesse non dichiarate, non sottoposte quindi a tasse e costi.
Migliaia le donne che lasciano il paese e vengono in Italia per fare la badante, per accudire anziani e bambini delle famiglie italiane, lasciando invece i propri cari. La Moldavia è un paese in abbandono, come lo definisce un bel reportage di recente realizzato sull'emigrazione dallo stato ex-sovietico.
Eppure c'è anche chi fa il percorso inverso dall'Italia alla Moldavia in cerca di fortuna, anche se la fortuna è certo di trovarla. Citare alcuni dei nomi di coloro che si avventurano nell'est-Europa può essere utile: Natuzzi, Biogas Inter, Area, Simi, Gruppo Veneto Banca.
Secondo i dati dell'Istituto Nazionale per il Commercio estero sono complessivamente 736 le imprese italiane in Moldavia. Siamo al quarto posto per numero di aziende estere operanti in questo stato, la maggior parte delle quali (oltre l'80%) ha la propria sede nella capitale Chisinau, che conta quasi un milione di abitanti. Gli investimenti italiani più significativi sono nel settore immobiliare, edile, del commercio all'ingrosso e in quello finanziario.
Tra queste 736 imprese ha un ruolo di primo piano il gruppo Cedacri, il più importante polo italiano di servizi informatici per il settore bancario e finanziario. Nel 2007, infatti la Cedacri ha costituito proprio a Chisinau la Cedacri International, una nuova società facente parte del gruppo, "con l'obiettivo di realizzare un centro di eccellenza per lo sviluppo di componenti software del sistema informativo in grado di supportare la Capogruppo sul mercato italiano e svilupparsi nel mercato locale". Una società su cui Cedacri sta investendo molto, basti pensare che ad oggi i dipendenti sono 140, rispetto ai 70 del 2008.
Lo stesso gruppo Cedacri proprietaria della C- Global, che ha comunicato negli scorsi giorni la decisione di chiudere le filiali di Pisa e Firenze, dove lavorano rispettivamente 65 e 17 dipendenti, e trasferire tutti i lavoratori presso la sede centrale di Parma, a causa della perdurante difficoltà dell'economia generale. Eppure nel marzo del 2010 è lo stesso gruppo Cedacri ad annunciare "di aver chiuso l'anno fiscale 2009 con un fatturato di 185.529.323 Mln di Euro, in linea con il risultato dell'anno precedente (+ 0,7%), ma quasi quintuplicando l'EBIT rispetto al 2008 (19.461.822 Mln di Euro, +482,5%) e incrementando anche l'utile d'esercizio pari a 12.173.290 Mln di Euro (+25,4%). Il consolidato di Gruppo registra un valore della produzione di 258.770.581 Mln di Euro (con un incremento del +1,08 % rispetto al 2008)".
Dunque società diverse facenti parti di uno stesso gruppo che punta decisamente sul paese dell'ex-Unione Sovietica. Ma cosa si trova in Moldavia tanto da attirare le attenzioni e far innamorare gruppi come Cedacri?
La risposta non è difficile. La Moldavia offre enormi "vantaggi competitvi" per le aziende, superiori in molti casi ad altri paesi considerati come "veri paradisi" per l'iniziativa privata, quali Serbia - tra gli stati fuori dall'UE - o Romania e Bulgaria. Al riguardo è istruttivo un documento della Camera di Commercio italo-moldava, associata alla Assocamerestero (l'associazione delle Camere di Commercio Italiane all'Estero) che fa un utile raffronto tra questi 4 paesi per indicare dei suggerimenti all'imprenditore italiano che vuole attivare un'attività all'estero.
"In termini di incentivi fiscali offerti agli imprenditori - si legge nel documento - al primo posto c'è la Repubblica Moldava, con l'attuale detassazione totale dell'imposta sugli utili. Ci sono anche altre agevolazioni assegnate ai grandi investimenti ed in particolare otto zone libere, 'franche', create nel paese". Infatti, come si legge anche in una 'Nota Congiunturale Moldavia' fatta nel novembre del 2009 dall'Istituto del Commercio Estero, in base alla legge n.111-XVI del 27.04.2007, "dal 2008 gli utili reinvestiti delle società residenti non sono soggetti a tassazione e pertanto l'aliquota d'imposta è dello 0%; in caso di distribuzione degli utili ai soci viene mantenuto il prelievo fiscale sui dividenti, con un'aliquota del 15%".
Condizioni ottime per le imprese vi sono anche per ciò che concerne l'imposta sul valore aggiunto, gli incentivi fiscali, il bassissimo capitale sociale occorrente per lo start-up di un nuovo business che ammonta a 350 euro.
Ma è sulle condizioni di lavoro il vero affare della Moldavia, non solo per la semplificazione delle norme ma anche per le retribuzioni: "Per quanto riguarda lo stipendio minimo e quello medio - si legge nella relazione - il paese più interessante è la Moldavia". Lo stipendio minimo netto si aggira sui 50 euro, quello medio netto sui 150 che può arrivare fino a 250 euro in città.
Proprio alla luce di questi vantaggi negli ultimi anni in Moldavia stanno iniziando ad operare queste importanti realtà imprenditoriali, trasferendovi notevoli investimenti finanziari e tecnologici.
Non risulta, quindi, casuale ma conseguenziale e strategico il fatto che negli ultimi anni vi sia stato un crescente investimento nel settore bancario con l'apertura di filiali o l'acquisizione di rilevanti quote societarie di banche moldave da parte di istituti di credito esteri. Nel caso italiano è sufficiente, ma di grande rilevanza, riportare il caso del Gruppo Veneto Banca che nel 2006 ha acquistato il 100% della Eximbank e ha attualmente un volume di affari di oltre 120 milioni di euro, considerando il capitale sociale, le attività finanziarie e immobiliari.
Questo investimento ha una sua ben precisa ragione così come il ruolo della Eximbank, come come si legge dal sito dello stesso Gruppo Veneto Banca, allorchè si dice che l'istituto "si propone come interlocutore non solo per le aziende trevigiane e venete che hanno delocalizzato le loro attività in Moldova, ma anche per le famiglie e le istituzioni del Paese". Una strategia non nuova per Vento Banca che nel 2000 aveva acquisito la Banca Italo Romena "per creare in Romania un punto di appoggio bancario per i numerosissimi imprenditori italiani che hanno delocalizzato le loro attività produttive".
C'è, quindi, chi delocalizza e chi emigra. Mondi da Pisa apparentemente lontani, ma basterebbe chiedere ai lavoratori della C-Global della sede di Ospedaletto, per capire che la Moldavia non è poi così lontana. Un paese che per la maggior parte della sua popolazione diventa terra da cui fuggire, per pochi diventa una meta per fare profitti.
Moldavia mon amour, ma troppo spesso non per chi ci è nato.
Leggi anche:
- La C-Global chiude a Pisa ed investe in Moldavia
- A rischio la sede della C-Global a Ospedaletto 
http://www.pisanotizie.it/news/news_20100819_investimenti_aziende_italiane_moldavia_gruppo_cedacri.html

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